Mentre nella Spagna si svolgevano questi eventi, Petelia nel Bruzio fu espugnata da Imilcone, luogotenente di Annibale, dopo alquanti mesi di assedio. Molto sangue e molte ferite costò quella vittoria ai Cartaginesi, e in verità non altra forza che la fame domò gli assediati. Consumate tutte le riserve di cereali e di carni d'ogni specie di quadrupedi, mangerecce e non mangerecce, da ultimo essi erano vissuti di cuoio e di radici e di scorze tenere d'albero e di foglie fresche, né erano stati vinti se non quando erano loro mancate le forze a tenersi sulle mura e a reggere le armi.
Occupata Petelia, il Cartaginese portò l'esercito a Cosenza, di cui ebbe in pochi giorni la resa perché assai meno ostinatamente aveva opposto resistenza. Quasi in quegli stessi giorni anche l'esercito dei Bruzi assediò la città greca di Crotone, ricca un tempo d'armi e d'uomini, allora già sì stremata da molte e gravi sconfitte che le restavanomeno di duemila cittadini, tra giovani e vecchi. Di una città priva di difensori i nemici poterono impadronirsi facilmente
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